La produzione di questo salame è iniziata nelle zone collinari del territorio lombardo e si fa risalire all'epoca delle invasioni longobarde. Infatti, le popolazioni barbariche, durante le loro migrazioni, utilizzavano cibi a lunga conservazione, per lo più a base di carne suina. Si chiamano cacciatori o cacciatorini i salami di piccola taglia, asciutti e compatti, caratterizzati da un colore rosso rubino, nei quali i granelli di lardo sono distribuiti in maniera uniforme. Il nome deriva all'antica consuetudine dei cacciatori di portare con sé, nelle loro sacche, salami di dimensioni ridotte. La materia prima è costituita principalmente da carni magre derivanti dalla muscolatura striata delle carcasse di suino, grasso suino duro, sale, pepe a pezzi o macinato e aglio. Possono essere addizionati con vino, zucchero (destrosio, fruttosio, lattosio), latte (magro o in polvere) o caseinati, ma anche con coltura di avviamento alla fermentazione, nitrato di sodio e di potassio, acido ascorbico e loro sale sodico. Tutto il preparato viene insaccato in budelli naturali e artificiali di diametro non superiore a 75 millimetri, eventualmente legati in filza, e di lunghezza non superiore a 350 millimetri. In commercio sono venduti sfusi, confezionati sotto vuoto o in atmosfera modificata. Si conservano bene in luoghi freschi e asciutti e in frigorifero per periodi più lunghi. La loro pezzatura, li rende indicati nell'alimentazione moderna, consentendo di avere un prodotto fresco, di veloce consumo. A tavola sono spesso serviti come antipasto con altri salumi o formaggi e sono abbinati generalmente a vini rossi.
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